Chi è Alessandro Di Ruocco?
Seconda generazione della RDR, creata da mio padre, che opera nel settore dell’acqua. Quindi impianti, opere acquedottistiche di depurazione. Lavoriamo in tutta Italia con i principali gestori acquedottistici. Siamo un’azienda che con i suoi quasi cinquanta anni è cresciuta nel tempo ed oggi conta circa 350 dipendenti, abbiamo le più disparate certificazioni e da poco siamo diventati società benefit, il che vuol dire che nostro obiettivo è non solo il profitto, ma anche il bene comune, il principio di sostenibilità ci sta particolarmente a cuore. Anche come Presidente dei Giovani Industriali sto portando avanti il principio di sostenibilità insieme agli altri associati ed al consiglio direttivo facendone il nostro cavallo di battaglia.
Perché hai scelto questo lavoro?
In realtà è il lavoro che ha scelto me o, meglio, ci siamo scelti. A casa mia, poiché mio padre non ha hobby ma è tutto dedito al lavoro, si mangiava pane e azienda. Finito il percorso universitario, sono entrato in azienda, ma non è stato semplice. L’azienda è un’esperienza meravigliosa ma non puoi autoproclamarti leader, la leadership la conquisti sul campo e ti viene riconosciuta con la competenza, il duro lavoro, il cuore, la passione.
A chi ti sei ispirato per il tuo successo?
Sicuramente Adriano Olivetti, nel nostro piccolissimo abbiamo provato a replicare il modello di azienda sostenibile “best place to work”. Olivetti per me è il santino, l’esempio da seguire sempre e il mio auspicio, la mia ambizione è riuscire ad avvicinarmi ogni giorno di più a lui.
Mio padre è sicuramente un riferimento, tante “prime linee” in azienda che mi hanno aiutato ad essere la persona che sono, lo stesso Amministratore Delegato della RDR è un mio riferimento.
Da bambino cosa volevi fare?
Tante cose, sicuramente l’attore che è sempre stata la mia passione coltivata a livello amatoriale con il teatro. Il teatro mi ha aiutato molto sia nella relazione one-to-one con clienti, fornitori o partner, sia nel public speaking è stato importante per sentirmi a mio agio, con la giusta emozione.
Quali sono le difficoltà più importanti che hai superato?
Una cosa personale che però considero un momento assolutamente formativo della mia vita imprenditoriale e personale. Mio padre ha avuto problemi di salute, la mia ragazza mi ha mollato ed io ero in questo contesto aziendale nuovo che ancora non mi aveva recepito come leader ed ero l’unico a dover gestire cose per cui non ero pronto senza supporto affettivo. Un momento molto difficile che poteva abbattermi ma in realtà mi ha permesso di evolvermi, è stata una sfida che mi ha migliorato e reso più forte.
Se dovessi incontrare un piccolo Alessandro cosa gli consiglieresti?
Di studiare di più assolutamente. Oggi ho l’onore di rappresentare i giovani imprenditori di Napoli e mi impegno al massimo per farlo bene, forse se avessi studiato un po’ in più avrei potuto farlo meglio. Lo studio è importante, è fondamentale, la base al pari della correttezza, dell’etica, dell’integrità morale.
Da grande Alessandro cosa vuole fare?
Di base sono molto curioso e la curiosità è la scintilla che ti fa fare passi in avanti, spero di diventare una persona che ha acquisito più cultura, intesa in senso lato sia essa d’impresa o classica, rispetto ad oggi. Spero che l’azienda che rappresento possa raggiungere obiettivi ancor più sfidanti e possa dare un contributo sempre maggiore a sostegno della sostenibilità e del bene comune. Mi auguro di essere più attento allo stress quotidiano anche se è difficile da gestire, perché quando una cosa ti piace la fai e non te ne accorgi e la sera vai a dormire felice. Ma devo comunque imparare a dedicare più tempo alla sfera privata.
Che messaggio vuoi dare ai giovani che vorrebbero far nascere la loro piccola azienda?
Innanzitutto studiate, perché è il tempo delle competenze. Studiate per quello in cui credete, se avete un sogno, una passione portatela avanti, credeteci, perseverate. Se ti dicono che il tuo sogno è impossibile, non ti curar di loro perché o hanno paura di provarci loro o, peggio, hanno paura che tu ci riesca.
Un messaggio agli imprenditori.
Io sono cromosomicamente ottimista, alle imprese dico di essere fiduciosi, di investire e credere nei giovani che sono meglio di noi e di puntare alla sostenibilità, perché è condizione necessaria e sufficiente per uno sviluppo sano, duraturo e strutturato che possa dare una crescita sostenibile nel tempo. Invito fortemente tutte le aziende a seguire la leva di competitività che si chiama sostenibilità (sia essa economica, ambientale o digitale).
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