Benvenuta, Dolores.
Grazie, buongiorno a tutti voi.
In che contesto sei nata?
Sono nata da papà militare elicotterista e mamma vice-dirigente in un Ente pubblico, quindi entrambi statali. Sono cresciuta guardandoli timbrare ogni giorno il cartellino così ho capito che non faceva per me. Ho sempre avuto il desiderio di poter gestire il mio tempo e la mia creatività, pur non avendo idea di quale lavoro fare nel mio futuro.
Cosa volevi fare da grande?
Bella domanda! Alla fine delle superiori ancora non sapevo cosa avrei voluto fare da grande. Essendo una visionaria con una spiccata dote creativa, le mie idee viaggiano da sempre ad una velocità supersonica. Poi, d’improvviso, ho capito che avrei dovuto seguire le mie intuizioni ed andare avanti per piccoli step, cominciando da una passione per volta perchè quando si fa qualcosa che ti appassiona sembra di non lavorare mai.
Hai iniziato a lavorare molto presto. Raccontaci del tuo primo lavoro.
Ho iniziato col volontariato a 14 anni. Mi ero iscritta a Psicologia e mi piaceva lavorare nelle varie comunità. Successivamente ho avuto l’occasione di lavorare con un’agenzia che ricercava hostess e animatori turistici e dopo cinque giorni mi sono ritrovata in un villaggio in Calabria. Il settore turistico dell’accoglienza mi è piaciuto tantissimo, ed è stata un’esperienza stupenda che è durata quasi sette anni e che porterò sempre nel cuore.
Cosa significa lavorare nell’azienda di famiglia?
Conoscendo la mia indole e la forte propensione a gestire un’attività, mio padre mi ha suggerito di occuparmi di questa azienda che lui ha creato non volendo fare il pensionato. Dopo i primi mesi di lavoro in azienda volevo scappare, ma il mio papà fu colpito da un brutto male durato 15 anni. Da persona responsabile avevo la necessità di rimboccarmi le maniche per poter portare avanti l’azienda di famiglia. Non una scelta di passione ma senso del dovere. Ho cercato di proporre con passione dei prodotti che potessero piacermi all’interno dell’attività di mio padre e della sua clientela. Da lì è nato il settore della regalistica per il pubblico che ho ampliato con l’e-commerce Baldini Store.
Tuo padre è stato una figura fondamentale. Quali valori ti ha lasciato?
Essendo stato un militare ed un perfezionista, ho ereditato sicuramente la serietà, la responsabilità, la puntualità, fattori fondamentali applicati positivamente al campo lavorativo. Il valore più grande che papà mi ha trasmesso è l’eticità: essere un’azienda etica significa avere un rapporto etico con i fornitori, con i clienti e con l’ambiente. Per noi è importantissimo lasciare un contributo al mondo sempre migliore perche la nostra società è il nostro mondo.
Quanto è importante ad oggi il Made in Italy?
Fortunatamente ad oggi vi è una grande richiesta in quanto la qualità dei prodotti Made in Italy è riconosciuta a livello internazionale. Noi collaboriamo con fabbriche e realtà grandi per poi occuparci della personalizzazione. Si presta sempre più grande attenzione al Made in Italy, così come ai prodotti ecologici oppure riciclati.
Sei mamma, imprenditrice di tanti settori. Come fai a gestire tutto?
Non stacco mai la spina. La mia vita è un bellissimo equilibrio tra lavoro e famiglia. Può sembrare difficile ma per me non lo è, l’importante è tenere nota di tutti gli impegni, organizzarsi nel migliore dei modi con attenzione e meticolosità.
Regali aziendali: da formalità ad emozione. Cosa rappresenta per te un regalo aziendale personalizzato?
Uno dei nostri slogan è “regalare per farsi ricordare”. Non bisogna per forza regalare qualcosa, ma quando si sceglie di fare un dono è importante che l’oggetto in questione svolga bene la sua funzione e che lasci in chi lo riceve una forte emozione. Abbiamo regali per tutte le tasche, adattabili ad ogni budget, l’importante è non scendere mai di qualità.
Pescara è una bellissima città, perchè consigli di visitarla?
Pescara è una cittadina stupenda, giovane e frizzante. C’è una grande movida, i locali sono molto belli ed è allegra tutto l’anno. Tutta la provincia di Pescara la sera si riversa sul lungomare oppure nel centro storico dove tanti ristorantini caratteristici propongono la cucina abbruzzese tradizionale. Sono molto felice di vivere qui.
Sei ambasciatrice del sorriso e della cultura abruzzese. Cosa significa essere leader del proprio settore?
È importante fare tanta ricerca e tenersi sempre aggiornati sulle tendenze del proprio settore. Cerco sempre di essere la prima a proporle nel promozionale con intraprendenza e professionalità.
In che modo ti sei attrezzata per affrontare la pandemia nel 2020?
Invece di deprimermi e di aspettare la riapertura delle attività sono stata lungimirante ed ho seguito la mia intuizione reagendo subito e nel migliore dei modi, sopperendo ad una grave mancanza nel mercato: le macherine. Mi sono attrezzata creando una partenrship con un’azienda e abbiamo avviato subito la produzione di mascherine non solo Made in Italy, ma Made in Abruzzo. Lavoravamo a grandi ritmi, anche di notte e nei festivi e così facendo abbiamo potuto dare una grande mano in un periodo storico così tragico. Essere rapidi e tenaci ci ha permesso di poter dare un enorme contributo economico ed umano, e di questo ne sono particolarmente orgogliosa.
Da grande cosa vuoi fare?
A 52 anni mi sento ancora piccolina, ho tantissime idee e ancora non so di preciso cosa vorrei fare da grande. Mi interessa dare un piccolo contributo al paese. IPapà ha insegnato a me e mio fratello un forte senso del dovere che cerco di trasmettere anche ai miei figli. Questo collima con l’essere ambiziosi e con il volere fortemente il cambiamento perchè senza di esso non può esserci né una crescita personale né professionale. Tutto ciò può avvenire solo attraverso buone idee, buone azioni come il volontariato, attraverso l’imprenditoria, la bellezza e la promozione.
Un consiglio a chi sta impiantando una nuova attività commerciale?
La cosa che posso suggerire è di cominciare ad avere un pacchetto clienti prima di proporsi sul mercato, di testare il terreno, capire quanto riscontro può avere la propria idea e fare un buon business plan. Viviamo in un contesto storico economico in cui è fondamentale fare i passi giusti, però, qualora si dovesse sbagliare, è altrettanto importante imparare dai propri errori, rialzarsi subito e non arrendersi mai.
Un consiglio a chi vuole fare impresa e gestire anche la famiglia?
Bisogna organizzarsi bene e, se si ha la possibilità, non vergognarsi a richiedere aiuti laddove necessari. Personalmente ho avuto molto sostegno grazie alla baby sitter, alla donna di servizio, e poi alle mie zie. La mia è stata una gestione allargata, cercando di essere il più presente possibile nella vita dei miei figli. Li ho spesso portati con me, addirittura li allattavo in macchina o nella sala d’attesa delle aziende prima degli appuntamenti di lavoro, e, una volta finite le trattative, tornavamo dritti a casa. È stato difficile però divertente.
Grazie, Dolores.
Grazie a voi, arrivederci a tutti.
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