Dottor Maione, prima di diventare imprenditore, che lavoro voleva fare?
Ho svolto la professione di avvocato per circa 10 anni dal 1971 al 1981, poi in conseguenza della morte di mio padre ho cominciato occuparmi di turismo, in particolare del settore alberghiero. La famiglia di mio padre aveva un’industria chimica, forse l’azienda più grande nel meridione d’Italia, che produceva candele, cera per pavimenti, sapone. L’unico rammarico della mia vita è che questa azienda non ha proseguito nel tempo, però molte volte nelle famiglie ci sono dei litigi che portano alla scomparsa di aziende anche sane.
C’è un’immagine che nella sua mente che le ricorda questa attività industriale?
Ricordo questi furgoni che giravano per Napoli con sopra i marchi di quello che producevamo. Siamo stati tra i primi a produrre il sapone per le lavatrici in Italia che si chiamava Quick. Parliamo degli anni ’50 eravamo nel dopoguerra, c’era la ricostruzione e la possibilità di creare tante nuove aziende. Io ricordo la zona di San Giovanni, era un pullulare di aziende una di fianco all’altra ed era una zona di grande sviluppo.
In che modo è avvenuto l’ingresso nel settore turistico alberghiero?
Morto mio padre ho dovuto cominciare a dedicarmi al settore alberghiero perché ero il primogenito ed i miei fratelli erano molto più piccoli. Subito mi ha dato grande soddisfazione perché avevamo un albergo a Positano ed era un periodo di grandissimo fermento e c’era anche un grande movimento intellettuale. Nel 1988 comprammo Il Vesuvio. Il Vesuvio è un albergo che nasce nel 1882, quindi quest’anno compie 140 anni. Il duca Oscar Du Mesnil, membro della Famiglia Reale belga decise di investire a Napoli e costruì il “Grand Hôtel du Vesuve”. Napoli era una grande capitale europea e quindi lui ebbe l’intuizione di sviluppare Napoli nel campo termale e di fianco al Vesuvio, dove ora e l’Hotel Continental, costruì delle Terme che erano famose in tutta Europa e venivano tutti i personaggi del jet-set dell’epoca.
Un ricordo di un ospite un po’ più importante?
Per noi tutti gli ospiti sono importanti, ma il momento più emozionante che ho vissuto è stato l’organizzazione a Napoli del G7 nel 1994. In quella occasione ospitammo per la prima volta nello stesso albergo, perché nessuna delle delegazioni volle rinunciare al Vesuvio, il Governo Italiano col Presidente del Consiglio Berlusconi, il Governo Francese col Presidente della Repubblica Mitterand e il Presidente degli Stati Uniti Clinton.
Lei è Cavaliere del Lavoro, che emozione ha provato al momento della nomina?
Sono stato nominato dalla Presidenza della Repubblica nel 2004, per un imprenditore è un momento emozionante perché è il coronamento di una vita dedicata al lavoro.
Se invece dovesse raccontare un momento in cui si è sentito “arrivato” come imprenditore?
Come imprenditore quando è arrivata la nomina a Cavaliere del Lavoro. Il momento più esaltante è stato il buon andamento e l’eccezionale conoscenza a livello mondiale del Vesuvio dopo il G7.
Per quanto riguarda la famiglia, come è stato poi digerire tutte queste aziende essere anche un ottimo padre?
Ho il rammarico di non aver dedicato abbastanza tempo ai figli, perché specialmente negli anni 70 non lavoravo mai meno di 15 ore al giorno. Però in compenso ho goduto molto dei nipoti perché i nipoti hanno un grande vantaggio: non essendo genitori li si può viziare. I nipoti sono venuti in un momento della vita in cui si apprezzano, sono diventato nonno a 53 anni, quindi abbastanza giovane e questi sono stati i vent’anni più belli perché avendo dedicato poco tempo ai figli ne ho dedicato tanto ai nipoti.
Se potesse incontrare un giovane Sergio Maione cosa gli consiglierebbe?
Le dico la verità sono molto soddisfatto, la vita mi ha regalato molto, mi ha regalato una famiglia fantastica, mi ha regalato un’attività entusiasmante, mi ha regalato soddisfazioni di carattere personale quindi io ho poco da chiedere e consiglierei di occuparsi di un settore come il nostro che è un settore molto bello.
Ad un giovane che vuole intraprendere l’attività imprenditoriale nel settore dell’accoglienza cosa consiglierebbe?
Dovrebbe prima fare una grande gavetta. Completati gli studi dovrebbe andare in tre quattro alberghi internazionali e fare un periodo di esperienza in questi alberghi per apprendere i diversi modi di operare e poi dedicarsi a questa attività. Fondamentale oggi la conoscenza delle lingue.
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