Chi è Marco Carusone?
Un appassionato ricercatore che cerca di fare del suo lavoro non solo un business.
Da grande cosa volevi fare?
Ho sognato il calcio come tutti i bambini ma ho sempre guardato mio padre come persona di riferimento nel lavoro, perché aveva a cuore il benessere dei propri clienti. Mi immaginavo in futuro come una persona qualificata che potesse soddisfare i propri clienti.
Che ricordi hai di te con tuo padre sui cantieri?
Ricordo con il sorriso quando, ancora bambino, ad ogni oggetto di solaio arrivavo in cantiere e senza accorgermene sprofondavo nel cemento o quando tentavo di indossare la borsa da carpentiere avvolgendola tre volte in vita.
Che tipo di studi hai fatto?
Ho studiato architettura e ho conseguito un dottorato di ricerca in “storia dell’architettura”.
Quali sono i sacrifici che hai affrontato?
Quando scegli lo studio e la formazione è facile sentirsi in ritardo rispetto ai tuoi coetanei che magari hanno scelto di lavorare da subito. È un sacrificio soprattutto mentale: continuare a credere in una strada che non sai dove o quanto lontano ti porterà. Più che un sacrificio è stato un impegno, quello di continuare a crederci per arrivare al ruolo di architetto complementare a quello dell’imprenditore, cercando di soddisfare i clienti ponendosi come unico responsabile.
Fai spesso riferimento al cliente ed alla sua soddisfazione. Quando un cliente viene da te generalmente cosa ti chiede?
Il cliente viene con esigenze o problematiche ed io ed il mio team cerchiamo di recepire necessità ed informazioni declinandoli in spazio architettonico.
Quanto sono importanti i segreti del tuo lavoro che, come hai detto, hai carpito dal tuo padre?
Soprattutto comprendere come relazionarsi alle persone e farsi scegliere non per offerte economiche o trovate commerciali ma soprattutto per quello che sei e puoi offrire.
Il presente di Marco Carusone da cosa è rappresentato?
Il presente è in costruzione, cerco di far nascere in ogni singolo membro del mio team la coscienza di non sentirsi mai arrivati. Siamo un cantiere aperto e cerchiamo di innalzare ogni giorno qualche piano in più attravarso chi crede in noi e attraverso un aggiornamento continuo per dare risposte puntuali ai clienti.
Che suggerimenti daresti ad un giovanissimo Marco Carusone che sta per intraprendere gli studi universitari?
Parlare a sé stessi è sempre difficile ma a Marco suggerirei di continuare a crederci anche se qualcuno gli suggerisce altre strade. Il consiglio che mi sento di dare ad ognuno è di credere nelle proprie potenzialità nonostante ci possa essere chi asserisce il contrario. Alla base di ogni ogni grande impresa c’è il lavoro, la dedizione, la passione.
Cosa suggerisci a chi studia architettura?
La cosa più importante è non sentirsi mai arrivati. I traguardi raggiunti devono essere subito dimenticati per ambire a quelli
successivi, sentite sempre di dover dimostrare ancora tanto a voi stessi e a chi vi circonda.
Cosa ti aspetti dal 2023?
Dobbiamo guardare al futuro con entusiasmo. Mi auguro che le nuove generazioni possano affrontare i problemi con aspetti risolutivi continuando a credere sempre che c’è una risposta diversa rispetto a quella con cui ci hanno abituato a vedere e con cui ci hanno fatto crescere.
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