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De Angelis Salvatore

Benvenuti Salvatore De Angelis e Luca Esposito, soci in “Edilizia Sartoriale”. Salvatore, da dove nasce questo nome così evocativo?
L’idea nasce dal desiderio di proporre un’edilizia su misura, attenta alle esigenze del cliente, proprio come un abito cucito addosso. Un’ispirazione che arriva anche dalla mia famiglia: mia madre è una sarta. Volevo che ogni ristrutturazione portasse il segno dell’unicità, della cura artigianale, e del dialogo costante con chi abiterà quegli spazi. Non si tratta solo di costruire, ma di interpretare bisogni e sogni, traducendoli in forme e materiali.

Come sei arrivato a fare questo mestiere?
Inizialmente volevo fare il calciatore. Ho giocato ad alti livelli, fino quasi alla Serie A. Ma poi ho scelto di diplomarmi come geometra, seguendo un’intuizione di mio padre. Fu lui a spingermi a lavorare in cantiere per capire davvero cosa volesse dire costruire. E lì ho scoperto la mia vocazione. A 23 anni ho fondato la mia prima impresa. Volevo proporre un’edilizia che non fosse solo tecnica, ma anche emozionale. Ogni lavoro è una sfida nuova, ogni cliente una storia diversa da raccontare attraverso le pareti che costruiamo.

Che cos’è per te oggi “Edilizia Sartoriale”?
È una filosofia prima ancora che un’impresa. È l’idea che la casa debba parlare di chi la vive. Ogni dettaglio è seguito con cura: dalla progettazione all’ultima rifinitura. Il cliente viene ascoltato, accompagnato, consigliato. E non lasciato mai solo. Lo staff è fidelizzato, molti collaboratori sono con me da vent’anni. Abbiamo investito tanto nella formazione, nella sicurezza e nella sostenibilità, perché un’impresa non deve solo crescere, ma anche migliorare il mondo che costruisce. Costruire bene non è mai banale: è un atto di rispetto verso il futuro.

Cosa vi distingue sul mercato?
L’ascolto e la precisione. Non promettiamo mai ciò che non possiamo mantenere. Facciamo poche cose, ma fatte bene. Lavoriamo con architetti esigenti, affrontiamo cantieri complessi, ma troviamo sempre soluzioni. L’esperienza accumulata ci consente di risolvere problemi prima ancora che si presentino. Ogni progetto è come un abito sartoriale: deve calzare alla perfezione e durare nel tempo. Questo approccio ci ha permesso di fidelizzare molti clienti, che tornano da noi anche a distanza di anni.

Quali valori ti guidano nel quotidiano?
Serietà, affidabilità e rispetto. Verso i clienti, i lavoratori, e anche verso l’ambiente. Crediamo in un’edilizia che non sia solo costruzione, ma anche responsabilità sociale. L’artigianato applicato alla tecnologia è il nostro modo per restare concreti, ma proiettati al futuro. La qualità per noi non è un’opzione, ma un obbligo morale. E poi la parola data: se promettiamo una consegna o un intervento, ci impegniamo fino in fondo per rispettarlo.

Che consiglio daresti a un giovane che vuole entrare in questo settore?
Di mettersi in gioco, di non avere paura della fatica. È un lavoro impegnativo, ma sa dare tante soddisfazioni. Servono passione, competenze e un pizzico di follia. Il Sud ha bisogno di giovani che vogliono restare e costruire. Le opportunità ci sono, bisogna solo saperle cogliere. E soprattutto, bisogna studiare e aggiornarsi costantemente: l’edilizia di oggi richiede competenze che vanno ben oltre il solo saper costruire.

Quali sono i tuoi sogni oggi?
Continuare a crescere con la mia impresa, dare spazio ai giovani, aprire nuovi fronti nell’edilizia green. E magari, un giorno, trasmettere questo sogno anche a mia figlia. Vedere riconosciuto il proprio lavoro è una gioia immensa, ma contribuire a migliorare il tessuto urbano e sociale del proprio territorio è la soddisfazione più grande. Mi piacerebbe anche dedicarmi alla formazione, magari aprire una scuola per giovani artigiani dell’edilizia: è il mio sogno nel cassetto.

Grazie Salvatore.
Grazie a voi. È un grande onore.

Francesco Russo

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