Siamo onorati di ospitare il Senatore Salvatore Lauro.
Benvenuti e grazie dell’invito.
Che cos’è “Buona Speranza”?
È la nave che mio padre da New York portò a Napoli impiegando 6 mesi meritandosi l’appellativo di “Secondo Cristoforo Colombo”, perché fece la stessa traversata al contrario. Fu un’impresa molto importante e molto difficoltosa.
Chi era suo padre?
Un uomo che veniva dal mare, amava il mare, faceva il corriere. Aveva la grande passione di giocare a carte, vinceva quasi sempre perché aveva una memoria straordinaria. E durante il viaggio in America, riuscì a fare una piccola fortuna giocando a carte. Nel dopoguerra, con alcuni amici, creò una società e incominciò a trasferire a Ischia tutto quello che mancava, olio, vino ecc. Erano momenti difficili, con difficoltà obiettive e burocratiche. Lui rischiava molto, però capiva, e che in quel momento portare tante opportunità per Ischia era importante perché essendo un’isola era difficile il collegamento. Con suo cugino Nicola incominciò a costruire il trasporto tra Napoli e Ischia, con mezzi sempre più veloci. Quindi, come se fosse una metropolitana, un treno che unisse gli Isolani che così avevano più libertà di venire a Napoli, di comprare, di andare a Ischia e viceversa.
Suo papà cosa le ha lasciatoon non in termini patrimoniali, ma umani?
Papà mi diceva sempre: Salvatore, tu devi imparare a pescare. È inutile che ti lascio il pesce, perché il pesce, dopo 3/4 giorni non è più buono. Se tu sai pescare potrai pescare sempre nella vita. Quindi impara bene a fare le cose. Dopo il diploma mi mandò a navigare per il mondo per 12 mesi per poter essere Capitano di Lungo Corso. All’epoca i giovani guadagnavano bene e non era difficile trovare un posto di lavoro e per questo potevano crescere e guardavano con ottimismo al futuro. Siamo stati fortunati, naturalmente, perché i nostri padri ci hanno ci hanno indirizzato bene. Oggi vedo i giovani un po’ smarriti e ed è normale che sia così perché non hanno una visione per il loro futuro, vedo che non sanno che strada intraprendere.
Lei ha una grande legame con Ischia
Ho vissuto l’Ischia della “dolce vita”, quando venivano i più grandi scrittori, i più grossi registri, le migliori attrici ed i migliori attori e si giravano film. Ricordo che quando si caricava un un auto sulle barche era un’impresa, c’era chi spingeva avanti, chi guardava che non andassero fuori dalle tavole del porto, poi papà ebbe l’intuizione del primo portellone che si abbassava a poppa della nave per cui la macchina o il camioncino saliva tranquillamente e fu il cambiamento perché molte più macchine vennero a Ischia.
Perché la politica?
Ero a Londra per un corso di aggiornamento a cena con un professore molto simpatico. Lui mi disse “Voi mediterranei, a differenza di noi anglosassoni, date sempre la colpa agli altri quindi la responsabilità è sempre degli altri ma fate attenzione che, quando puntate il dito verso l’altro, tre dita puntano verso di voi. La maggior responsabilità sta in voi che permettete che tutto vada così”. “Ma cosa dovrei fare? Faccio l’imprenditore e cerco di fare al meglio la mia attività”, “Fai anche tu politica: se non fai politica – come diceva Kennedy – prima o poi la politica si interesserà a te”. Capitò l’occasione di Berlusconi che chiamava gente nuova a scendere in campo a fare politica, e nel ‘96 in un collegio difficilissimo riuscii ad essere il primo dei non eletti ad essere recuperato.
La politica è come se l’aspettava?
Assolutamente diversa. Contava più chi stava intorno a Berlusconi e lo osannava che chi lavorava in Parlamento e non riceveva le giuste considerazioni.
Che direbbe alla Premier Meloni?
Che sta facendo bene, di sentire poco gli altri e agire con la sua testa, di andare per la sua strada, perché indubbiamente questo paese deve cambiare, ha bisogno di riforme, ha bisogno di cambiamenti. Lei ha la grande opportunità di fare quello che gli altri non hanno avuto il coraggio di fare.
Cosa consiglierebbe ai giovani studenti della Federico II?
Oggi è un momento di grande difficoltà, ma come dicevo prima, anche di grandi opportunità. Parliamo dei giovani in generale: bisogna avere un obiettivo ben preciso, raggiungerlo, metterci passione, metterci impegno. Chi cade deve rialzarsi con maggiore forza e maggiore vigore. Se non riuscite la prima volta cercate di andare avanti, perché non c’è altra soluzione di quella di andare avanti. E quindi dico ai giovani che ancora non hanno fatto l’università di vedere bene gli ITS. Consiglio di leggere, di capire e di orientarsi. Sentite tante persone, raccogliete tante idee e poi decidete. Parlando con chi ha avuto esperienza, chi è andato all’estero e magari fate anche qualche mese fuori però con l’impegno a ritornare, non lasciamo questo paese in mano a chi non sa far niente, a chi ha fatto poco, a chi non vuole impegnarsi. È chiaro che ci vuole impegno, passione e naturalmente un po’ di fortuna.
Cosa lascerà ai suoi figli in termini umani?
Ai figli lasciamo tutto quello che abbiamo fatto. Potranno ricordare che il loro padre ha lavorato, che è stato eticamente corretto, che ha agito per far prosperare la propria azienda, i propri lavoratori, i propri collaboratori e, soprattutto, ha dato indicazioni su come comportarsi nella vita. Per essere uomini bisogna avere costanza, fiducia, passione e impegno.
Se avesse una bacchetta magica, cosa cambierebbe adesso?
La burocrazia. In Italia si fanno tante cose per niente, che non servono a niente, non danno niente, ma che bloccano qualsiasi attività, qualsiasi persona, qualsiasi impresa, ecco, io la toglierei. Farei una regola molto semplice: tutto quello che non è vietato è possibile fare.
Senatore grazie per quello che oggi ci ha dato.
Grazie a voi. E tanti saluti ai giovani e, soprattutto, in bocca al lupo.
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