Luigi, benvenuto. Posso chiamarti Gigi?
Certamente, è il mio nome di battaglia da sempre.
Da bambino avevi già un sogno lavorativo?
Non un sogno preciso, ma amavo molto disegnare. Mi piacevano le case, le strade, i palazzi. Disegnavo a penna o matita, mai a colori. Con il senno di poi, erano già segnali di quello che sarebbe stato il mio primo mestiere: il geometra.
Perché scegliesti proprio quella scuola?
Un po’ per comodità: era vicina a casa. Un po’ per seguire due amici. Ma anche perché il disegno tecnico mi attirava. Così è iniziato tutto.
Hai lavorato come geometra a lungo?
Sì, ho iniziato subito, mi sono formato sul campo. All’epoca l’informatica non era ancora centrale, ma io ho voluto aggiornarmi, investendo su corsi di AutoCAD per restare al passo. Lavoravo nei cantieri industriali, gestivo squadre di operai e allo stesso tempo parlavo con ingegneri e committenti. Un contesto dove dovevi saper cambiare linguaggio in un attimo. Anche lì ho imparato il valore della responsabilità, della precisione, dell’affidabilità: elementi che oggi applico nel mio lavoro ogni giorno.
Quanto è stato importante saper comunicare in modo differenziato?
Fondamentale. Devi farti capire da tutti, adattarti senza perdere autorevolezza. Ancora oggi, da imprenditore, credo che la comunicazione interna sia la chiave del buon funzionamento di un’azienda. Chi guida un team deve saper ascoltare, motivare e chiarire obiettivi in modo semplice ed efficace.
Poi il cambiamento: dal cantiere alla tipografia.
Un cambiamento nato per caso. Dopo un periodo di stallo nell’edilizia, ho iniziato ad aiutare una persona in ambito grafico. All’inizio solo per dare una mano, poi è nata la passione. Ho fatto domande, osservato, studiato. Ho voluto capire tutto. E man mano che imparavo, capivo che era una nuova strada, piena di possibilità espressive e tecniche.
A proposito di domande: quanto conta saperle porre?
È tutto. Ma conta anche a chi le fai. Bisogna chiedere a chi ha la competenza e la volontà di condividere. Io ho iniziato chiedendo delle carte, delle grammature, delle fibre. Oggi riconosco una carta quasi solo dal tatto. E non è solo per esperienza: è anche per curiosità continua. Chiedere non è segno di debolezza, ma di volontà di migliorarsi.
Hai avuto dei mentori?
Tanti, in ogni fase della mia vita. A scuola, nel lavoro, nel volontariato. Ma un mentor non è solo chi sa: è chi è disposto a dare. Senza pazienza e spirito di dono, non trasmetti nulla. Oggi, se posso, cerco di esserlo io per chi inizia. Perché un consiglio, una parola detta nel momento giusto, può cambiare il percorso di una persona.
Quando nasce la tua attività?
Nel 2013. Prima come centro stampa a Castello di Cisterna, poi a Brusciano. Inizialmente una copisteria attrezzata, oggi una realtà strutturata tra stampa digitale e offset. La sfida era evolversi costantemente, senza perdere l’approccio artigianale.
Il settore è cambiato?
Tantissimo. Le tecnologie hanno velocizzato i processi, ma il tocco artigianale resta essenziale. Il dettaglio fa ancora la differenza, sempre. La stampa è comunicazione: deve emozionare, colpire e trasmettere fiducia. Oggi i clienti vogliono qualità, ma anche velocità, personalizzazione e sostenibilità.
Un biglietto da visita può fare la differenza?
Eccome. È il tuo primo contatto, la tua identità in formato tascabile. Deve essere chiaro, elegante, coerente. Io amo il soft touch con dettagli in UV. Ma più del tipo di carta, conta il messaggio. È una stretta di mano silenziosa: deve lasciare un’impressione positiva immediata.
E l’immagine coordinata?
È ciò che rende un’azienda solida agli occhi del cliente. Coordinare carta intestata, penne, roll-up, biglietti: tutto comunica identità. Chi non lo fa, trasmette confusione. L’identità visiva è come un abito su misura. Ogni dettaglio deve essere allineato con i valori dell’impresa.
Parliamo di rebranding.
Va fatto con intelligenza. Anche i grandi brand lo fanno, ma sempre mantenendo un legame col passato. L’identità non si deve perdere: è ciò che ti rende riconoscibile. Un restyling ben fatto può rivitalizzare l’immagine, ma non deve mai disorientare il cliente.
Cos’è un logo ben fatto?
Deve essere vettoriale, adattabile a tutto, dai social all’abbigliamento. Forniamo sempre mockup per mostrare al cliente l’applicazione reale. E soprattutto lo dotiamo di tutte le varianti necessarie, anche per Instagram o Facebook. Un logo ben studiato vale più di mille campagne.
Ti senti ancora una startup?
Sì. Chi si ferma è perduto. Il mio settore evolve ogni mese: macchine nuove, tecniche nuove, supporti nuovi. Io mi aggiorno costantemente. La voglia di migliorare deve essere costante. Ogni sfida è un’opportunità.
Quanto contano le relazioni oggi?
Sono la chiave. Ti permettono di conoscere, confrontarti, migliorarti. E realtà come Italia Best Company aiutano proprio in questo. Anche nel sociale. Le relazioni sane generano crescita, collaborazione, energia positiva.
Tu sei volontario della Croce Rossa.
Dal 2020. Ho iniziato nel periodo Covid. Ora sono autista soccorritore. Croce Rossa è un mondo che opera su tanti fronti, dalla sanità alle emergenze, dall’assistenza sociale all’educazione. Ti arricchisce. Ti insegna umiltà.
Vuoi lanciare un messaggio?
Sì: fate passare le ambulanze. Anche se vanno piano, dentro potrebbe esserci qualcuno che amiamo, e forse un soccorritore sta salvando una vita in movimento. Il rispetto parte anche dalla strada. È un piccolo gesto, ma può fare una grande differenza.
Sei molto legato anche agli animali.
Ho due bulldog francesi e un meticcio. Tutti adottati, vivono con me h24. Sono parte della mia famiglia. Non sono semplici animali domestici: sono compagni di vita.
E da grande, Gigi, che vorrai fare?
Quello che faccio ora: lavorare, stare tra la gente, aiutare con la Croce Rossa. Non mi serve altro. La serenità non sta nel fare sempre di più, ma nel fare bene quello che ti realizza.
Chi vuoi ringraziare oggi?
In primis mia moglie. Non dietro un grande uomo, ma accanto a un uomo, c’è sempre una grande donna. E poi tutti quelli che hanno creduto in me, anche quando io stesso avevo dei dubbi.
Grazie, Gigi, per la tua autenticità e per la tua storia.
Grazie a voi per questa bellissima opportunità.
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