Emanuele Mammola come sono stati i tuoi inizi?
All’inizio non c’era l’idea di fare l’imprenditore, ho iniziato a studiare scienze informatiche all’università e al tempo stesso giocavo a basket in Serie C2. Decisi di andare a studiare a Verona dove c’era una grande squadra di basket per studiare, lavorare e giocare. Poi un mio zio, fratello mio padre, mi fece conoscere il mondo della somministrazione invitandomi ad aiutarlo in un ,evento così da guadagnare qualcosina e lì nacque subito l’amore per questo lavoro.
Quando hai deciso che quello sarebbe stato il tuo lavoro?
Questo lavoro permette di vivere il momento gioviale della gente. Quando ho capito che con esso avrei potuto dare gioia alle persone, conoscerne di nuove e creare un team vincente ne fui entusiasta e decisi che l’avrei fatto nel miglior modo possibile.
Quindi l’empatia verso gli altri ti ha fatto crescere questa passione?
Si; questa passione crebbe a tal punto che interruppi l’esperienza a Verona sia lavorativa che universitaria e tornai a Napoli. Ho iniziato a studiare al MIT Management delle Imprese Turistiche e iniziai contemporaneamente a lavorare negli alberghi di Napoli. La mia fortuna è stata quella di poter lavorare nei grandi saloni della “Napoli bene” dove ho conosciuto tanti grandi manager che hanno contribuito ad accrescere sempre più il mio bagaglio professionale oltre che l’amore per questa professione.
Quanto è importante per te la gavetta?
L’inizio della mia carriera imprenditoriale è stato ricco di ostacoli ma si sa bene che quando si parte da zero, tutti i sacrifici che si affrontano ti insegnano a vivere e a stare nel mondo del commercio. È grazie all’esperienza maturata che si acquisiscono nuove nozioni e nuove esperienze, tutto dipenderà da te e sarai responsabile di quello che accade. La gavetta, come qualsiasi altra cosa, se fatta con passione non è mai un sacrificio.
Cosa vorresti lasciare ai tuoi figli al di là del patrimonio economico?
Vorrei essere un modello per i miei bambini e questo per me è uno sprone a fare sempre meglio e cercare di scalare la vetta della vita. Viviamo oggi in una società dove molto spesso nella coppia si lavora entrambi ed i bambini sono l’impegno più grande che un uomo con la propria moglie possa prendersi. Penso che ai figli si debba dare il giusto esempio e ciò che voglio far capire loro è che quello che ho costruito l’ho fatto con le mie forze. La mia speranza è che anche loro possano costruire il loro futuro indipendentemente dalle scelte che faranno, sia che scelgano di continuare la mia attività, sia che scelgano di intraprenderne di nuove.
A chi ti sei ispirato o a chi penseresti come mentore?
Non ho mai cercato ispirazione in qualcuno, ma durante la mia carriera lavorativa ho sempre guardato alla concorrenza cercando di andare oltre quello che facevano gli altri, cercando di alzare sempre più l’asticella fin dove gli altri non possono arrivare e mettendo sempre grande competitività. Allo stesso modo, quando lavoravo negli ambienti degli alberghi a cinque stelle, il mio desiderio era sempre quello di raggiungere il livello superiore. Oggi posso dire che il mio successo è stato soprattutto quello di riuscire a mettere in pratica le teorie che studiavo all’università. Forse è proprio quello che manca in Italia per i giovani di oggi: non riuscire a mettere in pratica le nozioni che studiano.
Organizzare un evento che sia eterno nei ricordi dei festeggiati quanta responsabilità ti porta?
Tanta. Noi abbiamo la fortuna di poter festeggiare spesso con i nostri clienti grandi eventi, ma il grande evento per antonomasia è il matrimonio che porta con sé tantissime responsabilità; durante le nozze infatti, a differenza di altri lavori dove qualche piccola sbavatura potrebbe essere consentita, non è concesso margine di errore. Fortunatamente abbiamo un tempo piuttosto lungo da dedicare all’organizzazione di tutte le fasi del matrimonio, così da poter definire tutti i dettagli con i nostri clienti.
Qual è l’evento di cui ti ricordi con più piacere?
Posso dire con gioia che è stato proprio il mio matrimonio, sia perché ero io l’attore principale insieme a mia moglie sia perché ho potuto sperimentare qualcosa di diverso, di nuovo, da poter poi utilizzare negli eventi successivi. Inoltre, non potendo controllare che tutto funzionasse come volevo, per la prima volta nella mia vita, ho dovuto affidarmi ai miei collaboratori che da anni mi seguono in questa avventura e sono ormai parte integrante della mia famiglia. Quando lavori con grandi professionisti le cose devono per forza andare bene e quindi fu un bellissimo successo.
Uscire dalla propria zona di comfort per te è stata una costante di vita?
È sempre un rischio uscire dal porto in cui si sta protetti da eventuali burrasche, ma un po’ per carattere un po’ perché sono sempre stato una persona curiosa e non ho mai preso per certo quello che mi dicevano gli altri, sono sempre andato alla scoperta di nuovi traguardi. Io sono una persona che nella “comfort-zone” soffre e che è sempre e alla ricerca di nuovi stimoli e nuove sfide; sfide che spesso con la giusta determinazione e passione solitamente si vincono.
Ad un giovane Emanuele che vuole intraprendere la tua carriera cosa consiglieresti?
Non saprei cosa consigliare, ma la determinazione con il coraggio e la passione ti portano a viaggiare oltre i confini e sono gli ingredienti fondamentali per raggiungere un obiettivo.
Chiudiamo con un augurio al popolo di partite IVA
Ho sempre guardato avanti imparando da quello che mi lasciavo alle spalle. Il mio augurio è quindi quello di cercare di tralasciare quello che è stato e orientarsi verso nuovi obiettivi, nuovi progetti che destino il nostro interesse e ci mantengano giovani nel corpo e nello spirito.
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